’edificio viene datato prima
del Mille e si presenta come una chiesa trinavata scandita da colonne e terminante con
un’abside. La prima campata della navatella sinistra è occupata dalla torre campanaria.
Sebbene il più antico documento relativo alla chiesa sia una bolla papale del 1153, la
datazione decisamente più alta e fissata tra il IX-X secolo è suggerita dalle
caratteristiche interne all’edificio, quali l’uso dell’opus spicatum, tecnica
antica piuttosto rara, la semplicità dell’impianto e la presenza di transenne alle
finestre prive di sguanci. La denominazione rimanda all’epoca classica e fa riferimento
al “vico stramentario” citato in una lapide esistente in chiesa. Se poi l’edificio sia
stato eretto su un tempio antico è questione tuttora non chiarita. Negli anni Settanta
sono stati condotti i lavori di restauro tesi a riportare alla luce le strutture
paleocristiane. Sono infatti emerse tracce di un’abside più larga rispetto all’attuale,
resti di pavimentazione antica in cocciopesto non appartenente ad un edificio pagano ed
infine un pozzetto che alcuni, seppure con riserva, vogliono identificare con una vasca
battesimale per via della sua collocazione a metà della navata centrale. I lavori hanno
riportato alla luce anche tracce dell’arredo presbiteriale, per l’esattezza frammenti
del recinto presbiteriale. Abbiamo anche notizie di lavori eseguiti nel XII secolo, la
cui rilevanza non è tuttora chiara. La struttura muraria dell’edificio è piuttosto
eterogenea e composta da pezzi di pietra ed antichi mattoni riutilizzati, mentre la
facciata è allestita con un unico paramento in cotto, ad eccezione dell’opus spicatum
presente in alcuni punti.