ella
chiesa originaria di XI secolo restano solamente la cripta, nella quale si conservavano
le reliquie di S. Massimo traslatevi nell’868 ed alcuni frammenti, sopravvissuti ai
continui rimaneggiamenti ed ai bombardamenti del 1944. La prima menzione del complesso
rimanda alla fine del IX secolo, quando vennero traslate le reliquie di S. Massimo.
Nella sua forma attuale la chiesa ha perso ogni carattere romanico e mostra notevoli
alterazioni sia nella parte iniziale che nella zona presbiteriale. L’ingresso al
campanile si data alla seconda metà dell’XI secolo per via dei tralci vegetali che vi
sono scolpiti. Interessante è anche il paliotto dell’altare maggiore, la cui cornice
fogliata piuttosto raffinata rammenta gli intagli del portale ed il rosone di S. Angelo
a Pianella assegnati a Maestro Acuto e datati al 1180. Dell’originario edificio romanico
sopravvive la cripta, la cui cronologia oscilla tra X-XI secolo, riportata grazie ai
restauri al suo aspetto primigenio: essa è divisa in cinque vani da due pilastri e due
colonne sorreggenti arcate a tutto sesto sovrastate da crociere di restauro. La cripta
termina con tre absidi di cui la centrale preceduta da un triforio su due colonne e
profilata da una coppia di semicolonne che producono un effetto trilobato. La datazione
alta è dedotta dall’analisi dei capitelli tutti uguali tra loro ed eseguiti in pietra
locale espressamente per essere alloggiati nella cripta. Essi sono tra i più antichi
della regione, esemplari del tipo cubico importato dalle maestranze lombarde. In chiesa
sono conservati alcuni frammenti pertinenti forse ad un recinto presbiteriale, decorati
con figure di animali e datati alla seconda metà dell’XI secolo.