a tradizione assegna
l’origine del complesso all’attività del discepolo di S. Pelino Ciprione, che a metà del
IV secolo eresse un edificio sul luogo di sepoltura del martire. Seppure una datazione
così alta appaia improbabile, il centro risulta saccheggiato dai Saraceni nel X secolo,
mentre certa è la datazione del suo rinnovamento iniziata dal vescovo Trasmondo tra il
1075 ed il 1102 e conclusa dal successore entro la metà del secolo.
Il complesso si compone della basilica di S. Pelino e dell’oratorio di S. Alessandro.
edifici legati tra loro secondo modalità non ancora chiarite ma in ogni caso
strettamente interconnessi (l’accesso all’oratorio è possibile solamente attraverso la
chiesa). L’edificio per come appare oggi è frutto dei rimaneggiamenti apportati da
Giustino da Chieti nella prima metà del XIII secolo, sebbene idealmente sia possibile
riconoscervi elementi di XII secolo che ne fanno una versione abruzzese del romanico
lombardo. La chiesa a pianta basilicale è scandita da pilastri e presenta una
terminazione trilobata: un’abside si apre su ogni lato del presbiterio. A metà della
navata centrale si apre l’oratorio di S. Alessandro, un vano absidato a quattro campate.
All’esterno l’abside della chiesa terminata nel XIII secolo, presenta un trattamento
murario poligonale in undici sfaccettature e si divide in quattro piani: sopra la liscia
muratura in conci di pietra di apre una serie di colonnine che incorniciano delle
monofore e sostengono nove plutei decorati a motivi vegetali entro rombi. Sopra questi
si svolge una galleria di arcatelle cieche le cui colonne sono sorrette da leoni
stilofori; ancora sopra questo loggiato di ascendenza settentrionale, la parete si
conclude con la consueta teoria di archetti pensili. Un ambone databile tra il 1168-1178
si addossa al quinto pilastro destro e si pone come antecedente diretto dei due
esemplari di S. Maria a Bominaco e S. Clemente a Casauria: di forma quadrata, poggia su
quattro colonne e presenta una decorazione floreale sulle lastre del parapetto.
L’oratorio di S. Alessandro si articola in quattro campate sorrette da volte a crociera,
mentre l’abside risulta ornata da frammenti di pitture trecentesche.