Un altro Morrone.
Eccoci qua.
L’estate è ormai finita da un bel pezzo e Morrone sta progressivamente
prendendo la sembianza di un paese sperduto e malinconico...
Noi giovani rimasti qua passiamo il tempo libero nei soliti luoghi:
il bar, la piazza, a ricordare le esperienze vissute insieme nell’ultima
estate, a scherzare, a prenderci in giro sulle tante (ma proprio
tante!) sclaterij fatte insieme.
A volte però non facciamo solo discorsi scontati, ma parliamo anche
delle nostre vite, del nostro avvenire, cercando di capire in che modo
migliorare le nostre giornate, come migliorare la vita della nostra
comunità...
Il fortissimo contrasto che c’è tra il paese d’agosto, bello, rumoroso,
vivo, e quello attuale, ci dà l’occasione per riflettere sullo stato
di Morrone e sul nostro futuro al suo interno.
L’amore che noi giovani abbiamo per Morrone purtroppo non è sufficiente
a permettere alla maggior parte di noi di vivere stabilmente nel nostro
paese e di coltivare nello stesso tempo le nostre ambizioni, la voglia
di costruirsi un futuro davvero migliore.
Il problema principale resta dunque quello del lavoro, che con il passare
degli anni è destinato, ahinoi, a peggiorare progressivamente, con l’aumento
dei ragazzi che sceglie di intraprendere gli studi universitari e dopo
la Laurea ha bisogno di lavoro specializzato, che il Molise e in generale
il sud Italia non è in grado di offrire.
Inutile dire del poco o nulla che si è fatto in ambito locale per promuovere
e incentivare l’impresa e quindi l’industrializzazione del territorio:
se non abbiamo nemmeno una rete stradale decente, come possiamo pensare
che le grosse industrie vengano ad investire nel nostro territorio?
Senza incentivi concreti chi mai verrà a costruire una fabbrica tra
queste montagne?
Sono domande queste molto scontate, ma che probabilmente non assilleranno
più di tanto i nostri politici, impegnati piuttosto a dispensare piccoli
favori elettorali ai cittadini bisognosi che gli si prostrano innanzi...
Purtroppo è questa la dura realtà: qua o si fa il contadino, o il lavoratore
autonomo, o se si è miracolati si entra nel pubblico impiego, e pazienza
per chi vorrebbe trovare un lavoro gratificante coerente con la propria
preparazione, può prendere la corriera e hai voglia a lavorare"
p l’alt Italij!!!"
Tornando nel dettaglio alla nostra realtà morronese, un altro problema
sempre più evidente è quello della difficoltà di socializzazione per
i giovani morronesi.
In un paese dove l’inverno dura almeno 6 mesi sarebbe utile per i giovani
avere un locale riscaldato, magari con qualche libro, qualche gioco
di società, uno o due computer (Mi sa che chiediamo troppo...), dove
riunirsi nei freddi pomeriggi invernali e scambiare quattro chiacchiere.
Se per i ragazzi più grandicelli c’è sempre il bar come rifugio, per
gli altri non c’è davvero alternativa a stare pa kiezz, e col freddo
che fa è inevitabile che dopo un po’ si preferisce restare a casa e
pazienza per la socialità che latita, molto meglio stare al calduccio...é
triste dirlo ma Morrone sta prendendo sempre più le sembianze di un
paese progettato su misura per chi vuole godersi la pensione in santa
pace: aria buona, ottimo cibo, pochi rumori, unico svago il baretto
nel quale farsi qualche tresette...ma noi giovani?
Dove sono gli stimoli, gli incentivi, che sommati all’amore per il nostro
paesello (che è più grande di quello che si possa immaginare) diano
la spinta ad un giovane di costruirsi il futuro a Morrone?
Molti dicono che il paese è vivo e vegeto, ma in giro si vedono solo
strade vuote, case semicrollate, intere zone del paese ormai disabitate
e abbandonate al loro progressivo degrado.
Certo, il paese per molti è perfetto così com’è perché gli garantisce
benessere e una semi-anarchia nella quale poter allegramente agire in
libertà, come accade per alcune famiglie latifondiste (sempre più poche
e sempre più latifondiste), che rappresentano ormai le uniche realtà
economiche e quindi sono destinate ad avere sempre più saldamente in
mano le redini del paese...
Ma è mai possibile che nel 2005 l’unico futuro possibile a Morrone è
quello di... zeppà a terr ???
Certo, è pur vero che, come si dice, “perlà è arte liegg”, e
con le parole non si risolve niente, ma ciò che manca forse è proprio
la consapevolezza che la cose come stanno non vanno per nulla bene e
per evitare la fine del paese bisogna cambiare mentalità e rimboccarsi
(tutti) le maniche...
Questa lettera non vuole criticare nessuno e ha come unico, ambiziosissimo
obiettivo quello di dare una sveglia alle sonnecchianti coscienze morronesi...
Speriamo bene, che ci sia qualche coraggioso in grado di provarci, facendo
solo il bene della collettività e prendendo se necessario scelte impopolari.
Ma uno così a Morrone chi mai lo voterebbe?
E siamo di nuovo punto e a capo...
Angelo e Giuseppe