Altre opere fortificate
Opere fortificate postnormanne
Il castello, caposaldo della difesa ma anche elemento
di controllo delle attività economiche e di gestione del territorio, in
epoca normanna viene consolidato e spesso trasformato ed arricchito di nuovi
elementi assumendo un carattere chiuso che si contrappone a quello privo
di strutture architettoniche all’interno del castello-recinto. La presenza
normanna condiziona in maniera determinante la storia regionale anche in
epoche successive. Molti castelli molisani vengono fatti risalire ad epoca
sveva ed aragonese ma, in realtà, si tratta in molti casi di rifacimenti
di edifici databili ad epoca normanna non più riconoscibili. L’avvento della
dominazione angioina si ripercuote nella struttura politico-amministrativa
con effetti negativi per il Molise che si popola di feudatari minori che
esercitano una dura politica fiscale. L’esaltazione della funzione residenziale
si manifesta nel castello-dimora e l’elemento principale è il torrione circolare
su base troncoconica (Riccia, Colletorto, Torella, Venafro). L’architettura
castellana di epoca aragonese viene di nuovo trasformata accentuando più
decisamente il ruolo di palazzo-castello con le torri angolari a pianta
quadrata o tonda (Cerro al Volturno, Ferrazzano, Macchiagodena, S.Elena
Sannita). Si adattano gli edifici esistenti all’uso generalizzato delle
armi da fuoco, si cimano e si rinforzano le torri, i merli vengono sostituiti
con più bassi merloni a spigoli stondati, le cortine vengono rinfiancate
con scarpe inclinate e bastioni di terra. Il nuovo palazzo signorile non
risponde più ad una logica difensiva. D’altra parte, i palazzi, se costruiti
ex novo, sono localizzati al centro del nucleo urbano ma spesso conservano
i caratteri proprie della residenza feudale (S.Martino in Pensilis, Portocannone,
Frosolone, Ururi, Casacalenda) così come di carattere feudale resterà ancora
per molto tempo l’organizzazione sociale regionale.