Le opere
fortificate
Le opere fortificate isolate
Ogni opera fortificata risponde sempre ad
esigenze dettate da un più ampio e complesso sistema difensivo. L’insediamento di
manufatti militari dipende, quindi, dalla scelta del sito, dalla tipologia costruttiva e
dal ruolo che gli è stato assegnato. Oltre alle opere fortificate urbane e quelle poste
a piccola distanza dai centri abitati, sopravvivono alcune torri che oggi appaiono
isolate ma che, molto probabilmente, facevano parte di una maglia difensiva più
complessa e fitta di quanto non appaia allo stato attuale (per esempio: la rete di torri
costiere oppure quelle poste lungo il corso del Biferno). Tracce architettoniche
sopravvivono su speroni rocciosi in posizioni impervie, e perciò naturalmente
difendibili, tuttora difficili da raggiungere e talvolta perfino riconoscere per lo
stato di abbandono in cui si trovano oppure, più rararamente nella pianura fluviale
(come a Celenza sul Trigno). Si tratta di elementi fortificati con funzione di
avvistamento e di controllo viario (poste in posizione sopraelevata come a Oratino sul
tratturo Ponte della Zittola-Lucera oppure a Venafro-S.Croce) o delle fonti energetiche,
acqua, prima di tutto ma anche boschi e cave. Talvolta la torre rappresenta soltanto la
parte superstite di un complesso edilizio fortificato andato in parte perduto (come a
S.Croce di Magliano o a Pietrabbondante). Ai ruderi superstiti vanno aggiunti quelli di
cui non si ha più traccia ma che sono presenti nella documentazione d’archivio e
nell’antica cartografia (per esempio la torre di Zeppa, costruita nel 1175 ed oggi
distrutta).