Venafro conserva ancora tratti di mura
ciclopiche del periodo sannita sul monte Santa Croce. L’impianto della città vecchia
ricalca la divisione in insulae del periodo romano e numerosi sono i rinvenimenti
di strutture della romana Venafrum; il castello stesso nasce su preesistenze del
periodo preromano. L’edificio, risultato di numerose stratificazioni, è posto
al margine dell’abitato sul colle Sant’Angelo. Prima del 1000 la struttura sembra
costituita soltanto da un recinto e un mastio. Enrico V priva Venafro dell’uso
delle fortificazioni; in epoca angioina il castello viene adattato ai nuovi criteri
di difesa con la costruzione delle torri circolari, del redendone (con funzione
di antemurale) e lo scavo di un ampio fossato (oggi superstite solo in parte).
Nel 1443, il conte Francesco Pandone trasforma le strutture militari in una elegante
dimora. Sono di questo periodo gli affreschi, che riproducono, in bassorilievo,
i cavalli del conte a grandezza naturale. Agli inizi del ‘500 Enrico Pandone fa
costruire la loggia che si affaccia verso la chiesa romanica e sul giardino all’italiana.
La struttura muraria è in pietrame apparecchiato con conci solitamente irregolari
murati con abbondante malta. Tra gli elementi di servizio antichi si ricordano
le cisterne e pozzi, forni e camini, le latrine e i vani interrati; gli elementi
militari sono il mastio (posto a monte della fabbrica), numerosi camminamenti
interni, feritoie di vario genere (arciere, balestriere, archibugiere) e cannoniere.