Il paese si trova a 1200 metri di altitudine ed è circondato
da terre destinate al pascolo, vicino al tratturo Celano-Foggia, non distante
dalle sorgenti del fiume Trigno. Una tradizione che si è mantenuta inalterata
dalle epoche più antiche e che a Vastogirardi è sottolineata dalla presenza di
un vasto granaio parzialmente scavato nella roccia e ricordato come grotta di
Betlemme In età longobarda il paese fa parte della terra Burellensis, con capoluogo
a Pietrabbondante. C’è chi sostiene che il nome del paese sia di origine normanna
derivando da Girard, un condottiero che ha partecipato alla prima crociata.
La planimetria del borgo è caratterizzata da un ampio spazio centrale di forma
approssimativamente ellittica (in origine, forse, un recinto per le greggi) racchiuso
da abitazioni molto semplici con tetti a spiovente inclinati verso il centro con
una evidente modularità degli edifici. La residenza baronale, databile ad una
epoca successiva al primo uso del borgo, e le successive torri di cortina si inseriscono
in questo complesso senza alterarne il carattere e l’equilibrio. Gli edifici presentano
spessore delle murature notevoli, adatte anche al contenimento delle spinte delle
ampie strutture voltate a piano terra. Gli ingressi alla corte sono due, diametralmente
opposti e a quote diverse per facilitare lo smaltimento dell’acqua piovana. L’articolazione
del borgo è resa ancora più insolita dalla presenza della chiesa di San Nicola
all’interno di esso con un robusto e basso campanile, affiancato da una loggia
che sono avanzati rispetto all’allineamento delle facciate. A pochi chilometri
dal borgo si trovano i ruderi della chiesetta altomedioevale di S. Angelo costruita
su un tempio italico; mura ciclopiche sono presenti sui monti che circondano il
paese.