Tufara appartiene al territorio del ducato
longobardo di Benevento (VII-IXsec). Tufara (Tufarah secondo il geografo arabo
Edrisi, 1150) è citata nel Catalogus Baronum nell’elenco dei castelli della contea
di Civitate, come feudo che doveva al re il servizio di un milite. A cavallo della
metà de 1100 è in possesso di Drumanus e poi di Riccardus Mathiani. Il castello
sarà, successivamente, della famiglia Marzano (fino all’inizio del 1300) e più
tardi della famiglie Gambatesa-Monforte, fino alla fine del XV sec., dei Carafa
e in ultimo dei Pignatelli. Decio Crispano è, forse, l’autore di alcune modifiche
intorno al 1500. Il castello rappresenta un tipico manufatto architettonico feudale
la cui struttura però, non è semplice da decifrare. La scoperta di tracce di una
palificazione fa riferimento ad una struttura difensiva lignea del primo impianto.
La planimetria ha una insolita estensione in lunghezza dovuta all’accorpamento
di vari volumi durante l’altomedioevo e nei secoli successivi. Ad epoca normanna
si deve, probabilmente, lo sviluppo del primitivo impianto verso il lato sudorientale,
il lato più efficace per il controllo del tratturo. Celano-Foggia e del corso
del fiume Fortore. Anche la formazione del blocco, dov’è la sala d’armi, nata
dalla ristrutturazione di volumi preesistenti, sembra databile all’epoca normanna.
Nel castello sopravvivono numerose cisterne e depositi per derrate che presentano
tutte, meno una quadrilatera, una pianta circolare. Di grande interesse è la torre
poste “a cavaliere” delle cortine e di uno spigolo, una soluzione costruttiva
certamente inusuale.