Il castello di Pescolanciano si trova
in una posizione strategica per il controllo del tratturo Castel di Sangro-Lucera.
Al nucleo originale appartiene una piccola chiesa. Nel 1656 il luogo di culto
viene spostato all’interno del castello per ospitare reliquie di Sant’Alessandro,
traslato qui dalle catacombe romane.
Il nome di Pescolanciano deriva dall’antica
denominazione Pesclum Lanzanum (Pesclum significa roccia mentre Lanzanum deriva
da Lanz, il nome del titolare delle terre). Sotto il regno di Guglielmo II il
feudo è in possesso di Berardo de Calvellis, citato nel Catalogus Baronum. Con
Federico II (Diruenda castrorum) il castello subirà la sorte di numerose fortezze
molisane; in seguito passerà ai Carafa, agli Spinelli, e agli Eboli di Napoli
fino a quando (1576) sarà rivenduto a Rita Baldassarre moglie di Giovan Francesco
d’Alessandro. Il castello subisce ripetuti rimaneggiamenti. Consistenti quelli
del 1600, quando l’accesso viene spostato nell’attuale spianata che conduce al
ponte levatoio, e i lavori successivi al terremoto del 1805.
Il castello è posto sulla parte più alta di uno sperone roccioso ed è raggiungibile
attraverso il ponte levatoio (1691); le murature si presentano tra loro molto
diverse, con apparecchi che denunciano i vari interventi e le numerose riparazioni.
Ha una pianta trapezoidale con tre dentature angolari. Sono ancora riconoscibili
l’ingombro del mastio quadrangolare e numerose tracce di installazioni funzionali
(cisterne, camini, nicchie e depositi, cantine) e difensive (cammino di ronda-trasformato
in una terrazza panoramica, feritoie e caditoie, cannoniere).