Le opere
fortificate
Le torri a "cavaliere"
Definiamo torri “a
cavaliere” quelle poste su cortine inclinate o, più raramente sullo spigolo formato da
due cortine inclinate contigue. Rappresentano un’innovazione architettonica rispetto
alle torri angolari cilindriche poichè l’apparato aggettante garantisce la copertura per
il tiro d’infilata senza ridurre l’efficienza del tiro piombante. Si tratta di un
modello poco usuale per il quale si esigono notevoli capacità di progettazione e di
realizzazione in cantiere. Gli esempi di cui si è a conoscenza sono pochi; tra questi:
alcuni castelli crociati in Terrasanta (Crac des Chevaliers a Homs e Marqab), il
castello di Goodrich (Inghilterra), il torrione normanno di Bovino, la torre mastra del
castello “a mare” a Palermo (documentata alla fine del XII secolo), e tre esempi
molisani, Termoli, Tufara e Roccamandolfi. Le difficoltà di interpretazione di queste
torri vengono rese più complesse dal fatto che non sempre si riesce a comprendere le
reali relazioni strutturali tra le parti rettilinea e quelle curve; in alcuni casi si
può ipotizzare che, in realtà, si tratta di torrioni circolari rinfiancati da uno
sperone angolato. Lo sperone facilita il fiancheggiamento, rinforza il punto più esposto
agli attacchi e, quando è ben profilato, distribuisce meglio i proietti piombanti.
Gli esempi molisani sono, comunque, di grande interesse documentario anche se presentano
ancora molti aspetti di dubbio