L'incastellamento
Nel Molise castelli, cinte fortificate, torri urbane ed extraurbane, edifici non militari ma comunque protetti,
sono la testimonianza di vicende storiche complesse derivate dalla mancanza di un forte potere centrale e da un territorio prevalentemente montuoso. Il
castello, soprattutto tra la fine del IX e gli inizi dell’XI secolo, assume la doppia funzione di controllo e di gestione del territorio; un elemento destinato
a condizionare pesantemente gli assetti insediativi e produttivi delle aree da esso dipendente. Il castello, spesso impiantato su un precedente nucleo
insediativo, diventa il polo intorno al quale si sviluppano i centri abitati mentre le aree esterne, non difendibili, sono disabitate. La Cronaca di S.Vincenzo
al Volturno (Chronicon Vulturnense) descrive la regione come abitata quasi esclusivamente da uccelli e animali selvatici mentre la scarsa popolazione si
concentra in pochi centri urbani e lungo le principali vie d’acqua. Questa situazione è destinata a cambiare nel tempo ma le dinamiche ripetono quasi sempre gli
stessi modelli di insediamento che continuano ad avere una forte connotazione difensiva. Il fenomeno dell’incastellamento normanno si contraddistingue per il
carattere militare e feudale che conferisce ad ogni opera difensiva il ruolo di fulcro del potere in quel territorio dal quale dipendono una serie di obblighi
militari.
Le grandi immigrazioni determinano sconvolgimenti, soprattutto, in quelle regioni che avevano costituito le province periferiche dell’impero romano. I
sistemi si rafforzano e si rende necessaria una concentrazione, in poche aree, di punti forti collocati, solitamente, in luoghi che sono naturalmente protetti e
in posizione strategica.