Gli insediamenti di epoca longobarda
Le migrazioni di popolazioni che nel Medioevo si spostano verso sud alla ricerca di nuovi territori in cui
insediarsi incidono pesantemente sul Molise, una regione già naturalmente debole, lasciando tracce ancora oggi evidenti (il nome di Ripabottoni, per esempio,
sembra derivare da Ripaghotorum e quello di Macchiagodena da Maccla-Godini).
Dopo i Bizantini la regione è occupata dai Longobardi e compresa nel ducato di Benevento; in seguito il ducato verrà frammentato tanto che verso il 1000 avrà 34
contee, sei delle quali con capoluogo in centri molisani (Boiano, Venafro, Isernia, Trivento, Larino e Termoli). All’epoca longobarda si fanno risalire molti
dei castelli molisani, Campobasso, Roccamandolfi (la rocca Maginulfi longobarda), Termoli ma anche Lucito, Colletorto, Guardialfiera, Castelgiudice,
Civitacampomarano, S.Maritino in Pensilis. Nell’area della Terra Sancti Vincentii agli inizi del X secolo vengono costruiti i castelli di Colli al Volturno,
Cerro al Volturno, Scapoli, S.Maria Oliveto ed altri. I villaggi sono caratterizzati da case e orti protetti da una palizzata e da una torre, mentre tutt’intorno
nuove terre sono disboscate e messe a coltura. Le opere fortificate di epoca longobarda sono difficilmente riconoscibili a causa delle numerose trasformazioni
avvenute.
La presenza longobarda è talvolta segnalata anche dalla sopravvivenza di alcuni toponimi significativi come, per esempio, quello di “fara” (villaggio,
famiglia).
Durante il periodo longobardo il Molise subisce gli assalti dei Saraceni. Della presenza di questi rimane traccia anche in alcuni toponimi come Macchia
Saracena, torrente Saraceno, Ripa Saracena.