L'architettura sacra
Il Duomo di Termoli
Per la sua posizione costiera, lungo gli
itinerari che portavano al frequentatissimo santuario di San Michele sul Gargano e in
Terrasanta, la città di Termoli era inserita in epoca medievale in una fitta rete di
traffici internazionali. Di tali rapporti, con la Puglia, con la Terrasanta e con
l’Oltralpe, in particolare con la Francia, è senza dubbio un’importante testimonianza la
sua cattedrale, come dimostra chiaramente il complesso apparato decorativo della
facciata.
L’edificio attuale fu costruito tra XII e XIII secolo sullo stesso luogo di una
cattedrale più antica, (probabilmente dell’ XI secolo) di cui rimangono alcuni resti del
corpo occidentale triabsidato e del ricco pavimento musivo figurato delle navate e del
presbiterio. Anche l’attuale chiesa è dotata di tre absidi ed è a pianta basilicale,
divisa in tre navate da pilastri cruciformi e con presbiterio notevolmente rialzato
rispetto al piano delle navate. All’interno, l’edificio ha subito nel tempo varie
trasformazioni che hanno notevolmente alterato il suo assetto originario. Meno
consistenti sono state le modifiche apportate all’esterno che ancora conserva gran parte
della decorazione originaria. Particolarmente ricco è l’apparato decorativo della parte
inferiore della facciata che presenta una serie di arcate cieche includenti bifore e il
portale centrale. Sia le arcate che le bifore sono costituite da elementi architettonici
(ghiere e capitelli) ornati da motivi vegetali e figurati. All’interno della prima
bifora, a partire da sinistra, inseriti nella parete di fondo, si conservano due
altorilievi raffiguranti l’Annunciazione, mentre alcuni resti di un’altra scena scolpita
rappresentante la Presentazione al Tempio sono presenti nella lunetta del portale. Ai
lati di quest’ultima compaiono inoltre due mensole con iscrizioni lungo il bordo che
originariamente sorreggevano altrettanti gruppi scultorei, di cui sopravvive solo la
statua di S. Basso. Entrambe le iscrizioni, così come quella presente all’interno della
lunetta dell’ultima bifora, si riferiscono ai committenti del corredo scultoreo. Una
quarta iscrizione, ora assai mutila, situata nella parte inferiore della lunetta del
portale centrale recava probabilmente, secondo alcune fonti, il nome dell’architetto
della cattedrale, il termolese Alfano.