Le opere fortificate
L'arte nei castelli molisani
Purtroppo a causa di vari
eventi, spesso drammatici, i castelli molisani conservano scarse tracce
della decorazione, talvolta assai ricca, che in alcune fasi della loro esistenza
aveva ornato gli ambienti interni. L’unico edificio che ancora mostra segni
evidenti del suo antico splendore è il castello di Gambatesa. Gli ambienti
dell’ingresso e del piano nobile, di recente restaurati, presentano un eccezionale
ciclo di affreschi con scene mitologiche, figure di Virtù, paesaggi con
alberi e animali, tondi con ritratti di guerrieri, cariatidi, torsi di sculture
archeologiche ed elementi architettonici. Gli affreschi, opera di un certo
Donato da Copertino, come testimonia un’iscrizione, e datati 1550, furono
commissionati da Vincenzo De Capua, conte di Termoli e governatore degli
Abruzzi, dell’antica casata che aveva ottenuto i vasti possedimenti molisani
un tempo dei Monforte Gambatesa. Alcune tracce di un altrettanto ricca decorazione
interna sono visibili nel castello di Venafro. Qui, nel 1523 Enrico Pandone,
signore di Venafro, aveva fatto riprodurre in alcune stanze dell’edificio,
ad un pittore napoletano, i suoi cavalli preferiti a grandezza naturale.
Quasi esclusivamente documentaria è, invece, la testimonianza di un importante
attività manifatturiera che fu impiantata alla fine del Settecento nel castello
di Pescolanciano per iniziatica del Duca Pasquale D’Alessandro. Alcuni ambienti
del corpo di fabbrica delimitante due lati esterni del palazzo furono destinati
ad accogliere una manifattura ceramica specializzata nella produzione di
oggetti in terraglia e in biscuit. Questi ultimi, in particolare, erano
oggetti allora assai in voga ed esclusivi della produzione della Reale Fabbrica
della Porcellana di Napoli. L’esperienza, purtroppo, fallì per svariati
motivi nel giro di pochi mesi e di essa ci rimangono solo alcuni esemplari
in diverse collezioni.
Gambatesa